‘Wednesday was just a beautiful day’ A Feminist Classroom as a Space to Engage with Social Struggles in the Italian Academy Tenter de convertir une classe universitaire en un espace féministe Une auto-ethnographie de la première expérience d’enseignement Tentativo di conversione di una classe accademica in uno spazio femminista Una auto-etnografia della prima esperienza di insegnamento

Abstract

Passive academic education undermines students’ authority to voice their opinions and, consequently, limits their ability to foster critical thinking, reducing universities to mere factories of subordination (Borghi and the Brigata SCRUM, 2020). Rather than promoting passive knowledge transfer, feminist pedagogies call for transforming the classroom into a space where both students and teachers work together to challenge systemic injustices. Drawing on feminist pedagogy, in this paper, I argue for a practical approach to create feminist classrooms within neoliberal universities as spaces where to engage with social struggles, with a particular focus on Italian academia. This paper contributes to the growing body of work on feminist pedagogy, broadening the discourse beyond the Anglophone focus. Additionally, I contribute to a repository of feminist teaching experiences that can be drawn upon by those committed to the effort of creating feminist and subversive learning spaces.

Keywords:

• feminist pedagogy,
• critical pedagogy,
• social struggles,
• spatial justice,
• Italy

Riassunto

In questo articolo racconto con un approccio auto-etnografico le riflessioni, le difficoltà e le decisioni che hanno informato la mia prima esperienza di insegnamento accademico di un corso di geografia, che è coincisa con il mio primo tentativo di trasformare l'aula in uno spazio femminista per la circolazione del pensiero critico. In classe abbiamo affrontato il tema della giustizia sociale, della colonizzazione dei saperi e del ruolo degli spazi (compresi quelli universitari) nel consolidare le forme di oppressione. Rifacendomi alla pedagogia critica di Freire (2018; 2014), alla pedagogia femminista e impegnata di Bell Hooks (2020; 2022; 2023) e alle pedagogie guerrigliere di Borghi (2020), ho proposto all* student* di siglare quello che ho chiamato il "patto per la costruzione collettiva di un'aula di geografia". Il patto consiste in quattro punti: creazione di una comunità di apprendimento; in-disciplinamento del corpo; personalizzazione e soggettivazione del sapere; circolazione del pensiero critico. Dopo aver discusso ogni punto, rifletto sui commenti ricevuti dall* student* alla fine del corso per capire come le pedagogie critiche, femministe, impegnate e guérillères siano state percepite dalla classe.